Project Description

Estratto in lontane montagne, a rischio di morte e di mutilazioni, trasportato per mare ai vari mercati, il marmo fu un materiale riservato ai ricchi ed ai potenti.

Materiali

L’anima del marmo

Il marmo, questo antichissimo materiale dalla struttura impareggiabile e dalla varietà senza limiti, sta attraversando oggi un nuovo periodo di splendore. Associandolo mentalmente con lo stile sovraccarico dell’Ottocento, il mondo moderno lo rifiutò per anni, preferendogli cemento, vetro e acciaio. Poi sul finire degli anni cinquanta, gli architetti si avvidero che un muro piatto ed inerte prendeva vita se ricoperto di marmo e che qualche lastra di marmo bastava a rompere la monotonia delle strade di una città moderna. E questa pietra, resistentissima e non più costosa di alcuni tipi di vetro o di certe lastre metalliche, ha ora il posto che le compete tra i moderni materiali da costruzione: la sua presenza ingentilisce atrii e scale, teatri e ambienti domestici come cucine e bagni.
Il marmo ha caratteristiche particolarissime. Il suo stesso nome, derivato dal greco marmairen che significa “risplendere”, ha in sé l’idea della grandiosità: bellezza, nobiltà e durata sono i suoi attributi principali.
Fin da quando 5000 anni fa i pescatori greci adoperavano la pietra traslucida che trovavano nelle loro isole per scolpire idoli, il marmo è stata la sostanza delle cose eterne.
Quello che doveva durare per sempre era fatto col marmo perché esso, pur consumandosi lentamente per la forza erosiva del vento e della pioggia, resiste meglio di qualsiasi altro materiale al logorio dei secoli.
Estratto in lontane montagne, a rischio di morte e di mutilazioni, trasportato per mare ai vari mercati, il marmo fu un materiale riservato ai ricchi ed ai potenti.
Le “pietre grandi, pietre di pregio e riquadrate” usate per il tempio di Salomone erano probabilmente lastre di marmo importato. L’imperatore Augusto si vantava di aver trovato una città di mattoni e di averla lasciata di marmo.
Gli imperi fiorirono e morirono, ma il marmo sopravvisse in tutte le capitali del mondo.
La chiesa di Santa Sofia di Istanbul, che per quasi un millennio fu il più grande e sontuoso tempio della cristianità, è un campionario dei marmi più pregiati del mondo.
Luigi XIV, il Re Sole, adornò la Reggia di Versailles con i marmi più preziosi.
I pregi del marmo sono molti e tra essi vi è la traslucidità: la luce lo può penetrare, a seconda della compattezza, fino ad una profondità di cinque centimetri. I raggi luminosi, riflessi dai cristalli interni, possono dare al candore della pietra l’apparenza della carne viva: la famosa statua di Ermes, attribuita a Prassitele, sembra pulsare del calore e del vigore della giovinezza.
Questo allegro gioco della luce sulla pietra è stato sfruttato in modo assi brillante in America per la costruzione della Biblioteca Beinecke (la biblioteca più grande al mondo tra quelle dedicate alla conservazione e alla consultazione di libri e manoscritti rari), all’università di Yale: per chiudere i sei piani dell’edificio con un sottile guscio traslucido, gli architetti hanno impiegato duecentocinquanta pannelli ottagonali di marmo del Vermont, di due metri e mezzo per due e mezzo. Un tale risultato non era mai stato raggiunto con il marmo: durante il giorno nel salone della biblioteca si diffonde una luce morbida, filtrata, che evita ai preziosi manoscritti ivi custoditi i danni prodotti dalla luce solare; di notte, quando all’interno sono accese le luci, l’intero edificio risplende di calda e misteriosa luce ambrata.
Chiunque abbai avuto occasione di visitare, anche per una sola volta, una cava di marmo, sarà rimasto conquistato dallo spettacolo maestoso delle montagne che la circondano, ammirato dal fervore di lavoro che vi si scorge, affascinato dall’abilità con la quale l’uomo sottomette alla sua volontà e capacità le risorse della natura.
È un lavoro duro, quello che si svolge in una cava, continuo e intenso, ma forse perciò stesso avvince chi ad esso dedica la sua esistenza con un impegno che si trasmette da una generazione all’altra, malgrado le difficoltà, i rischi ed i sacrifici che comporta.

La lavorazione del marmo

Oggi il lavoro dei cavatori è senza dubbio meno faticoso di quello di molti anni fa, quando il marmo veniva estratto a forza di fatica umana e con l’aiuto di strumenti rudimentali.
Grazie a seghe “diamantate”, oppure utilizzando la tecnologia dell’acqua pressurizzata, il marmo oggi può essere estratto e lavorato con più facilità.
Nelle mani di artigiani intelligenti e specializzati, le macchine hanno alleggerito lo sforzo del lavoratore e sveltita l’azione elaborativa.
La lastra di marmo, dopo l’estrazione, viene sottoposta ad una serie di lavorazioni, a seconda del risultato che si vuole ottenere.
Ecco allora nascere i valenti lavoratori dei marmi, la cui bravura ci consente oggi di ammirare le lavorazioni nell’edilizia, nell’arredamento d’interni ed esterni e nella scultura.

Fonte: L’estrazione e la lavorazione del marmo, editrice San Marco Srl, 1967.